SIAMO ESSERI SOCIALI

Siamo esseri sociali

Siamo sempre esseri sociali

Con l’avanzare dell’età si assiste, inevitabilmente, ad una progressiva perdita dell’identità sociale.

L’anziano, infatti, non avendo più la possibilità di dare il proprio contributo fisico e lavorativo in una società incentrata sull’economia, tende a non sentirsi più utile ed a isolarsi. Inoltre, le occasioni di socializzazione si riducono alle semplici commissioni quotidiane, che risultano più un tentativo di riempire il maggior tempo a disposizione, in attesa che la giornata si concluda.

E’ molto importante, invece, che gli anziani si relazionino con gli altri, prima di tutto con i figli e i nipoti, che li mantengono attivi ed energici, ma anche con persone della propria età per scambiarsi opinioni e confrontarsi alla pari.

Proprio perché sono i soggetti più a rischio di isolamento sociale, è necessario che non si sentano mai inutili ed esclusi dalla collettività. In questo, molto utile può essere fissare delle attività settimanali, in modo da avere degli appuntamenti fissi che mantengano vivi:

  • il senso di organizzazione,
  • la capacità di gestire il tempo
  • la voglia di curarsi, prepararsi e prendersi cura del proprio corpo.

 

L’isolamento spesso può essere associato ad una questione economica. Molti anziani, infatti, percepiscono una pensione molto bassa, con la quale riescono a malapena a procurarsi i beni di prima necessità. Non tutti potrebbero permettersi viaggi, cene al ristorante, cinema e teatro, palestra e altri momenti di svago, troppo costosi e pertanto considerate superflui. Per questo motivo, sono nate diverse associazioni, anche di volontariato, che organizzano gite e attività per la Terza Età, gratuite o per le quali viene richiesta al massimo una piccola quota di partecipazione o iscrizione. In questo modo gli anziani sentono meno la solitudine e il peso della loro condizione economica.

Per loro i vantaggi della socializzazione sono innumerevoli, tra i quali:

  • possibilità di relazionarsi con gli altri in modo diretto e aperto
  • scoprire posti nuovi
  • fare attività fisica in compagnia
  • scambio di confidenze, esperienze passate e ricordi
  • stimola la mente e il buonumore.

 

I centri di incontro per anziani

I Centri d’Incontro per Anziani, frequentati da un’ampia fascia di cittadini collocati nella cosiddetta “Terza età” rappresentano un’importante risorsa per il territorio nel quale si trovano, in quanto la loro presenza garantisce un significativo momento di aggregazione e una risposta concreta ai problemi di solitudine che spesso accompagnano questa parte di popolazione.

In questi spazi vengono organizzate attività ricreative a favore delle persone anziane, quali ad esempio incontri culturali a tema, come possono essere le letture di gruppo, i concorsi letterari e le proiezioni di film e documentari.

Stimolante per loro può essere partecipare a dei veri e propri corsi organizzatiche ricoprano diversi ambiti, in modo da poter coinvolgere tutti a seconda dei propri interessi personali.

Oltre alle normali attività di svago (giochi da tavolo, le carte, gli scacchi, le tombolate…) possono essere proposte delle giornate dedicate al ballo, alla ginnastica, alle passeggiate di gruppo, o gite ed escursioni ricreativo-culturali. Lo scopo è quello di affiancare all’attività motoria la possibilità di scoprire posti diversi e stimolare l’interesse per la pittura, la scultura, la fotografia, l’arte e la natura in generale.

Il volontariato e l’invecchiamento attivo

Appurato che vivere più a lungo (e meglio) è davvero possibile, è stato dimostrato che uno dei modi più efficaci per allungare la vita è fare volontariato. Donare agli altri un po’ del proprio tempo riduce infatti del 20% il rischio di mortalità. Chi fa della solidarietà e del dono una regola di vita cade più raramente in depressione, è felice e si mantiene anche più in forma.

Addirittura, nei volontari ultra 50enni il rischio di ipertensione si riduce del 40%, come emerge dalla ricerca della Carnegie Mellon University di Pittsburgh pubblicata sulla rivista americana ‘Psychology and Aging’.

Che il volontariato faccia invecchiare bene è dimostrato anche dalla ricerca “Volontariato e Invecchiamento Attivo”, realizzata dalla Fondazione Emanuela Zancan.

Il 72,3% degli intervistati – tutti soci di associazioni di volontariato – è infatti convinto che invecchiare in modo attivo favorisca il benessere psicofisico, la capacità di confrontarsi con altri punti di vista (52,1%) e di impegnarsi a favore del prossimo (46,5%).

Si tratta di anziani che:

  • Hanno tra i 65 e i 75 anni,
  • Sono pensionati e vivono in famiglia, il loro
  • Il loro livello d’istruzione è medio-alto
  • Fanno tutti volontariato, in media, da almeno 16 anni: il 30% dedica alle attività volontarie dalle 5 alle 10 ore settimanali, che aumentano fino a 20 ore a settimana per il 28,6%.

Il dato che correla positivamente l’attività di volontariato a dei veri e propri benefici fisici è che circa il 90% di loro si ritiene soddisfatto del proprio stato di salute.

La dignità delle persone che invecchiano deve essere il primo obiettivo, va riconosciuta la sua esistenza e interpretata in modo attivo. Per fare questo serve mettere la persona e il territorio al centro di tutte le attività, poiché è proprio in questi spazi, che il volontariato si trasforma in risorsa.

Dal 2011, Anno Europeo del Volontariato, molti studi e indagini hanno dimostrato come il volontariato possa essere considerato un canale per la promozione dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale.